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Divertenti_storie_italiane_A2_-_B1

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DIVERTENTI 
STORIE ITALIANE 
by 
LEONORA FABBRI 
H A R R A P LONDON 
First published in Great Britain 1968 
by GEORGE G . HARRAP & C o . LTD 
182-184 High Holbom, London WC1V 7AX 
Reprinted: 1973; 1974 
© Leonora Fabbri Tacchi 1968 
AI! rights reserved. No part of this 
publication may be reproduced in any 
form or by any means without the prior 
permission of George G. Harrap & Co. Ltd 
ISBN 0 245 59279 2 
Printed and bound in Great Britain by 
REDWOOD BURN LIMITED 
Trowbridge & Esher 
PREFACE 
My purpose in writing this book was to provide easy, useful 
and interesting reading in Italian. 
At the same time I have attempted in the third section a diffi-
cult task: that of giving a profile of certain famous Italians 
through short anecdotes. Among the many stories which exist, 
some true and some perhaps untrue, I have selected those 
which throw the most light on the character of the man. If I 
succeed in creating in the reader a desire to learn more about 
these great men, whose achievement belongs not only to Italy, 
but to the world in general, my aim will be fulfilled. 
I would like to express my thanks to Mrs. Sarah Gibson for 
her assistance. 
Leonora Fabbri 
CONTENTS 
1. STORIELLE UMORISTICHE page 
Il barista pignolo 11 
Pierino 12 
In negozio 12 
Il vino e Vinsonnia 13 
Il vino e la sordità 13 
Studente suggestionabile 14 
In crociera 14 
Al cinema 15 
Ancora Pierino 16 
Ragazzi moderni 17 
Svantaggi dei grattacieli 17 
Il vino 18 
Scena western 19 
DalVindovina 20 
La preghiera di Pierino 20 
Vesperimento 21 
La vita 21 
La lotta 22 
Gli occhiali 22 
2. PROVERBI ILLUSTRATI E MODI DI DIRE 25 
Fra i due litiganti il terzo gode 27 
Chi trova un amico trova un tesoro 27 
Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio 27 
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire 28 
Non tutto il male vien per nuocere 29 
La goccia che fa traboccare il vaso 30 
Arma a doppio taglio 31 
Salvare capra e cavoli 32 
Volli, sempre volli, fortissimamente volli 33 
L'uovo di Colombo 33 
Fare fiasco 34 
7 
3 . RACCONTI 35 
Stella 37 
Storia d'altri tempi 38 
Coniglio o gatto? 40 
Il vecchio e il bambino 42 
Intelligenza o istinto? 43 
Veglie 45 
Per il benessere pubblico 48 
Valluvione 52 
4. ANEDDOTI SU ALCUNI GRANDI ITALIANI 55 
Dante Alighieri 57 
Leonardo da Vinci 61 
Michelangelo Buonarroti 65 
Galileo Galilei 69 
Luigi Galvani e Alessandro Volta 72 
Giuseppe Garibaldi 75 
Giuseppe Verdi 78 
Guglielmo Marconi 81 
APPENDIX I 
Lettere utili 87 
APPENDIX II 
Proverbi e modi di dire 97 
VOCABOLARIO 103 
I. STORIELLE UMORISTICHE 
Il barista pignolo 
Un signore entra in un bar e chiede al barista: 
— Vorrei un bicchiere di vino, per favore* 
— Bianco о rosso ? 
— Rosso» 
— Dolce о secco? 
— Secco. 
— Locale о di marca ? 
— Locale. 
— Di fiasco о di bottiglia? 
— Non importa — esclama a questo punto il cliente. — Se 
sapevo che ci voleva tanto tempo avrei ordinato un caffè. 
— Allora vuole un caffè ? — domanda il barista. 
— Ma sì, mi dia un caffè. 
— Nero о macchiato ? 
— Nero ! — urla il cliente. 
— Ristretto о alto ? 
— Ristretto. 
— Corretto о semplice? 
A questo punto il signore scappa disperato. 
Vorrei 
di marca 
Non importa 
che ci voleva tanto tempo 
macchiato 
ristretto 
alto 
corretto 
scappa 
I should like 
a brand of high quality 
It doesn't matter 
that it would take so long 
with a drop of milk (Uterally, 
stained) 
caffè ristretto=a small cup of very 
strong coffee 
black expresso coffee of medium 
strength 
laced with spirits 
runs avvay 
IT 
Pierino 
Pierino sta imparando ad andare in bicicletta nella piazza del 
paese. 
La mamma seduta con alcune amiche a prendere il caffè da-
vanti a un bar, lo tiene d'occhio. 
Dopo vari tentativi Pierino riesce finalmente a tenersi in 
equilibrio e tutto orgoglioso, mentre passa pedalando davanti 
alla mamma, grida: 
— Guarda, mamma, ho imparato ! 
Le amiche si congratulano con la madre. 
Poco dopo Pierino passa di nuovo di fronte alle signore e 
grida: 
— Mamma, guarda, ci vado senza mani ! 
La mamma risponde: 
— Attento, Pierino, cascherai e ti farai male ! 
Altro giro di Pierino: 
— Mamma, senza mani e senza piedi ! 
Ultimo giro di Pierino: 
— (balbettando) Mamma, ssenssa dendi (senza denti) ! 
andare in bicicletta 
lo tiene d'occhio 
riesce finalmente a tenersi in 
equilibrio 
si congratulano con la madre 
ti farai male ! 
to ride a bicycle 
keeps an eye on him 
finally succeeds in keeping his 
balance 
congratulate the mother 
you will hurt yourself ! 
In negozio 
Una graziosa signorina entra in un negozio di calzature. 
COMMESSO {galantemente): Buon giorno, signorina. Che cosa 
desidera? 
SIGNORINA: Vorrei un paio di scarpe. 
Il commesso premurosamente le fa vedere scarpe di tutte le 
misure e di tutti i colori. La signorina ne sceglie un paio. 
SIGNORINA: Quanto costano queste di pelle lucida? 
COMMESSO: Per lei, signorina, una bacio ! 
SIGNORINA {senza mostrare sorpresa): Va bene, ne prendo due 
paia, e oggi pomeriggio manderò mia nonna a pagare il conto. 
(Conversazione fra amici) 
— Da un po* di tempo non riesco a dormire. 
— Nemmeno io, ma ho trovato un ottimo rimedio. 
— Davvero ? Che cosa prendi ? 
— Un buon bicchiere di vino prima di andare a letto. 
— E il vino ti fa dormire ? 
— No, ma mi rallegra la veglia. 
Da un po' di tempo For some time now 
mi rallegra la veglia it makes me enjoy being awake 
Un vecchio va dal medico perché teme di diventare sordo. 
— Dottore, ogni giorno ci sento meno. 
— Non si preoccupi. Vedrà che troveremo la causa della sua 
sordità. Mi dica: beve molto? Fuma molto? 
— Non fumo tanto, ma mi piace bere qualche bicchiere di 
vino. 
— Dovrebbe smettere di bere. L'alcool è molto dannoso. 
Provi a non berne per alcuni mesi, poi ritorni da me. 
Dopo tre mesi il vecchio ritorna dal medico. 
— E allora — grida il medico — va meglio ? Ha seguito il mio 
consiglio ? 
un negozio di calzature 
un paio di scarpe 
le fa vedere 
pelle lucida 
oggi pomeriggio 
a pair of shoes 
he shows her 
patent leather 
this afternoon 
a shoe shop 
Il vino e Vinsonnia 
Il vino e la sordità 
— Sicuro — risponde il paziente — per due mesi non ho 
bevuto nemmeno una goccia di vino, e devo dirle che l'udito è 
migliorato molto. 
— E poi ? 
— Poi, quando ho cominciato a sentire meglio mi sono 
accorto che quello che udivo era meno interessante di un buon 
bicchiere di vino, cosi ho ricominciato a bere ! 
di diventare sordo of going deaf 
Provi a non berne Try not to drink 
nemmeno una goccia not even a drop 
mi sono accorto I realized 
Studente suggestionabile 
Uno studente di medicina fa domanda di ammissione a un 
ospedale per specializzarsi in ostetricia. Il direttore dell'ospedale 
lo manda a chiamare per un'intervista. Durante l'intervista il 
direttore domanda allo studente perché abbia deciso di specializ-
zarsi in tale ramo della scienza medica. 
— Sono molto suggestionabile — risponde lo studente. — 
Quando ero in chirurgia ero sicuro di avere l'appendicite; in 
patologia medica soffrivo di asma e di mal di cuore; nel reparto 
psichiatrico mi sentivo impazzire. In ostetricia spero di stare 
tranquillo ! 
fa domanda di ammissione applies for admission 
lo manda a chiamare sends for him 
mi sentivo impazzire I could feel myself going mad 
In crociera 
Una signorina mentre è in crociera, la prima crociera della 
sua vita, scrive il seguente diario : 
PRIMO GIORNO: Il sole brilla nel cielo sereno; il mare è calmo; il 
viaggio è cominciato meravigliosamente. 
SECONDO GIORNO: HO conosciuto alcuni passeggeri; sono molto 
simpatici. 
TERZO GIORNO: A bordo si danno feste da ballo ed io mi diverto 
moltissimo. 
QUARTO GIORNO: HO conosciuto il capitano: è un uomo simpati-
cissimo. 
QUINTO GIORNO: HO parlato a lungo col capitano: è affascinante 
e mi fa la corte. 
SESTO GIORNO: La corte del capitano diventa sempre più in-
sistente. Sono molto emozionata; mi ha detto che se non cedo 
affonda lanave. 
SETTIMO GIORNO : Ho salvato la vita a duecentocinquanta pas-
seggeri. 
in crociera 
io mi diverto moltissimo 
mi fa la corte 
sempre più 
on a cruise 
I am enjoying myself very much 
he is flirting with me 
more and more 
Al cinema 
Un contadino, che raramente lasciava la sua casetta perduta in 
mezzo alle montagne, decise un giorno di andare nella più 
vicina città a far visita a degli amiqi. 
Purtroppo quando arrivò a casa degli amici non ci trovò nes-
suno, quindi pensò di andare al cinema. Forse era andato al 
cinema solo una volta o due in tutta la sua vita ed era un po' 
confuso quando si presentò allo sportello dei biglietti. 
— Signorina, vorrei un biglietto, per favore. 
— Dove vuole andare: in platea o in galleria? 
— Mah ! Io vorrei entrare per vedere questo film. 
La signorina pazientemente spiegò che la platea è al pianter-
reno mentre la galleria è più elevata a un piano superiore; il 
contadino prese un biglietto di galleria e si diresse verso l'en-
trata. 
Dopo un po' ritornò allo sportello: 
— Signorina, vorrei un altro biglietto. 
La signorina lo guardò sorpresa, ma poi gli dette un altro 
biglietto. 
Dopo pochi minuti l'uomo era di nuovo allo sportello: 
— Signorina, un altro biglietto. 
— Ma scusi, perché non compra i biglietti tutti insieme, per 
lei e per i suoi amici, invece di comprarne uno alla volta ? 
— Veramente, io voglio un biglietto per me solo, ma tutte le 
volte che cerco di entrare nella sala, trovo un cretino che me lo 
strappa ! 
sportello dei biglietti 
in platea o in galleria? 
si diresse verso Pentrata 
tutti insieme 
uno alla volta 
me lo strappa 
ticket window 
(in the) stalls or (in the) circle ? 
made for the entrance 
all together 
one at a time 
who tears it in half 
Ancora Pierino 
La mamma di Pierino è incinta di alcuni mesi. Un giorno de-
cide di dirlo a Pierino. 
— Pierino, ti devo dare una bella notizia: presto avrai un 
fratellino o una sorellina a farti compagnia* 
— Che sarà? un fratellino o una sorellina? 
— Non lo so ancora. 
— Quando arriverà ? 
— Fra circa quattro mesi, 
— Chi te lo dà? 
— Il babbo. 
— E ora dov'è ? 
A quest'ultima domanda la mamma pensa di dare al suo bam-
bino una spiegazione più vera e più chiara possibile. 
— Ora è nel pancino della mamma, 
Pierino non dice nulla ma corre nello studio dove il babbo sta 
lavorando e molto serio gli dice: 
— Babbo, non regalare più bambini alla mamma, perché 
l'ultimo Tha mangiato ! 
una bella notizia some good news 
a farti compagnia to keep you company 
più vera e più chiara possibile as truthfully and frankly as pos-
sible 
l'ultimo l'ha mangiato ! she has eaten the last one ! 
Ragazzi moderni 
— Mamma, come sono nato ? 
— Un caldo giorno di primavera è venuta una bellissima 
cicogna con un paniere. Ha lasciato il paniere davanti alla porta 
di casa, e dentro c'eri tu. 
— E tu come sei nata? 
— Mia madre mi ha raccontato che un giorno, mentre cam-
minava vicino a un campo di cavoli, sentì qualcuno piangere; si 
avvicinò e trovò me sotto un cavolo. 
— E la nonna com'è nata? 
— Il tuo bisnonno tornò un giorno dal mercato e disse alla 
tua bisnonna che le aveva comprato un regalo, e le dette la 
nonna. 
Commento del ragazzo. 
— Sai, mamma che nella nostra famiglia non abbiamo avuto 
una nascita normale per tre generazioni? 
davanti alla porta in front of the door 
senti qualcuno piangere she heard someone crying 
Svantaggi dei grattacieli 
Alcuni amici rientrano piuttosto tardi in albergo, uno di 
questi grattacieli moderni di oltre' venti piani. 
Il portiere molto dolente spiega agli ospiti che purtroppo 
l'ascensore non funzionava e non c'erano altre camere libere dis-
ponibili; purtroppo non avevano altra scelta che di salire le 
scale fino alle loro camere al ventesimo piano. 
— Be', amici, che cosa facciamo ? — esclama uno degli 
ospiti. — Contiamo gli scalini salendo per far passare prima il 
tempo ? 
— Io proporrei di raccontarci a vicenda della barzellette — 
dice un altro — così renderemo la salita più interessante. 
— Benissimo, ottima idea, esclamano in coro gli altri, e 
cominciano a salire le scale. 
Giunti al ventesimo piano dopo che tutti, eccetto uno, hanno 
raccontato la loro barzelletta, viene chiesto a quello che non 
aveva partecipato: 
— E tu non ne sai di barzellette? 
Questi molto a disagio mormora: 
— Sì, ne so una ma ho paura che non vi piacerà troppo. — Poi 
dopo una lunga pausa. — Ho dimenticato le chiavi delle camere 
in portineria ! 
l'ascensore non funzionava 
non avevano altra scelta che 
raccontarci a vicenda delle 
barzellette 
a disagio 
the lift was out of order 
there was nothing for it but 
(literally, no other choice) 
to take turns in telling each 
other funny stories 
uneasy 
II vino 
Il modo tradizionale di schiacciare Tuva per farci il vino è 
quello di pestarla coi piedi. 
Un turista inglese che si trovava in Italia durante la vendem-
mia, non avendo mai visto come si faceva il vino, chiese a un 
contadino di mostrargli l'intero processo. 
Quando vide il contadino dentro il tino che pestava energica-
mente l'uva coi piedi nudi, esclamò: 
— Non mi sembra troppo igienico schiacciare Puva in quel 
modo! 
Il contadino tranquillamente rispose: 
— Non si preoccupi ! Prima di entrare dentro mi sono lavato 
molto bene le mani ! 
schiacciare l'uva to crush the grapes 
pestarla to tread them 
Scena western 
La porta del Saloon si apre all'improvviso e a passi pesanti 
e lenti entra un uomo con le mani sulle pistole che porta appese 
ai fianchi. Mentre tutti si voltano a guardarlo un po' intimoriti, 
questi si avvicina al banco e grida: 
— Voglio un whisky ! 
— Ecco il whisky ! — lo serve prontamente il barista. L'uomo 
lo beve tutto d'un fiato poi prende un manico di scopa che vede 
sul pavimento, lo poggia su un ginocchio e . . . crac, lo spezza in 
due. Quindi si mette a sedere a un tavolino. 
Da un altro tavolino si alza un tizio che aveva osservato la 
scena. Si avvicina al banco e chiede un doppio whisky. Lo beve, 
raccoglie con aria di sfida i due pezzi del manico, li poggia sul 
ginocchio e . . . crac, li spezza in quattro. Quindi si rimette a 
sedere con un mezzo sorriso di trionfo. 
Un vecchietto che aveva attentamente seguito i movimenti dei 
due individui, si alza un po' traballante dalla sedia. Va lenta-
mente verso il banco, ordina due doppi whisky, li beve d'un 
fiato l'un dietro l'altro, raccatta i quattro pezzi di legno e, mentre 
i vari clienti lo guardano con voluta indifferenza, li poggia sul 
ginocchio . . . Si sente un crac e . . . la gamba si spezza in due. 
che porta appese ai fianchi 
un po' intimoriti 
tutto d'un fiato 
un manico di scopa 
lo spezza in due 
si rimette a sedere 
si alza un po' traballante 
at his hip 
a little scared 
at one gulp 
a broom-stick 
breaks it in half 
sits down again 
gets up a little unsteadily 
Dall'indovina 
INDOVINA : Lei è fortunata ! Vedo nel suo futuro un uomo bello, 
forte e ricco. Vedo un bel maschietto e una bella bambina che 
renderanno perfetta la sua unione con quest'uomo. Anni di 
felicità seguiranno. 
DONNA : E che succederà al mio attuale marito e tre figli ? 
che succederà what will happen 
La preghiera di Pierino 
Pierino sta andando a scuola, indugiandosi come al solito a 
guardare qua e là o a tirare sassi agli animali. Ad un tratto sente 
suonare l'orologio della torre e si accorge che è tardi. Proprio il 
giorno prima aveva promesso alla maestra che avrebbe fatto 
tutto il possibile per essere puntuale ! Ricordando la promessa 
fatta, sicuro ormai che senza uno speciale aiuto sarebbe arrivato 
in ritardo anche quel mattino, si rivolge al Cielo con questa 
fervida preghiera: «O Gesù, ti prego, aiutami ad arrivare in 
tempo ! » E si mette a correre. Quando arriva, sempre correndo, 
nelle vicinanze della scuola, mette un piede su una buccia di 
banana e fa uno scivolone tale che arriva col sedere proprio sul 
portone d'ingresso. Allora, impermalito, esclama:«Ma, Gesù, 
non era mica necessario spingere così forte ! » 
indugiandosi lingering 
tirare sassi to throw stones 
Ad un tratto Suddenly 
Proprio il giorno prima Only the day before 
si mette a correre he begins to run 
fa uno scivolone tale he slips so badly 
L'esperimento 
In un paese dove si produce un vino squisito, gli abitanti be-
vono un po' troppo, e non soltanto vino ! Il sindaco, un po' pre-
occupato, decide di chiamare un medico famoso affinché parli 
alla popolazione dei pericoli dell'alcoolismo. 
Un sabato sera la maggior parte degli abitanti si riunisce per 
ascoltare la conferenza del grande uomo. Questi comincia subito 
con un esperimento. Mentre il pubblico osserva attentamente, 
egli posa sulla tavola due bicchieri : uno pieno d'acqua e l'altro 
pieno d'alcool. Poi prende un verme vivo e lo mette nell'acqua; 
il verme riesce a uscire dal bicchiere. Allora lo mette in quello 
con l'alcool e il verme muore. A questo punto il medico do-
manda a uno degli spettatori, che era per l'appunto un grande 
bevitore: «Che cosa ho dimostrato, secondo lei? » L'uomo si 
alza ed esclama trionfante: « Lei, Professore, ha provato che chi 
non beve acqua e beve invece alcool non può avere vermi nell'in-
testino ! » 
pieno d'acqua full of water 
per l'appunto precisely 
La vita 
Nel mondo ci sono due categorie di persone: i ricchi e i 
poveri. 
Il soldato li difende tutti e due. 
Il cittadino li mantiene tutti e tre. 
L'avvocato li dissesta tutti e quattro. 
L'oste li avvelena tutti e cinque. 
L'onorevole li prende in giro tutti e sei. 
Le tasse spogliano tutti e sette. 
Il fannullone vive alle spalle di tutti e otto. 
II medico li uccide tutti e nove. 
Il becchino li sotterra tutti quanti. 
tutti e due 
li prende in giro 
vive alle spalle 
tutti quanti 
both of them 
makes fun of 
sponges on 
the M hole lot 
La lotta 
Un signore entra in un bar e chiede al barista con voce tre-
mante : 
— Mi dia un cognac subito, per favore, per prepararmi alla 
lotta. 
Il barista gli porge immediatamente il cognac. Il signore lo 
beve d'un fiato, poi: 
— Barista ! Un altro cognac prima della lotta ! 
E così di seguito per tre, quattro, cinque, nove cognac. Il 
signore, ormai ubriaco, rotola sotto il tavolo, ma prima ha ancora 
la forza di sussurrare: 
— Un ultimo cognac prima della lotta. 
A questo punto il barista, incuriosito, domanda: 
— Prima della lotta? Ma, scusi, di quale lotta sta parlando? 
— Di quella . . . — borbotta l'ubriaco — fra me e lei.. . Non 
ho un soldo per pagare ! 
E cosi di seguito and so on 
Non ho un soldo 1 haven't a penny 
Un uomo, piuttosto semplicione, vedendo che molte persone 
si mettono gli occhiali per leggere, decise di andare dall'oculista, 
per comprarne un paio. L'oculista lo fece accomodare e gli 
cominciò a provare diverse lenti dicendogli allo stesso tempo di 
leggere delle lettere scritte a grandi caratteri di fronte a lui. 
Dopo aver provato quasi tutte le lenti che c'erano a disposizione 
senza che l'uomo riuscisse a leggere, l'oculista perse la pazienza 
e gridò: 
Gli occhiali 
— Ma, buon uomo, sa leggere lei ? 
L'uomo tranquillamente rispose: 
— Certamente no, se sapessi leggere non avrei bisogno degli 
occhiali ! 
piuttosto semplicione 
lo fece accomodare 
rather a simpleton 
makes him comfortable 
2. PROVERBI ILLUSTRATI E 
MODI DI DIRE 
Fra i due litiganti il terzo gode 
Due cani intorno a un osso 
stavan per darsi addosso. 
E con occhi lucenti, 
col pelo dritto e digrignando 1 denti, 
Tuo all'altro diceva in italiano: 
— Se lo tocchi, ti sbrano ! 
Intanto l'osso, in mezzo all'aspra guerra, 
stava intatto e odoroso lì per terra. 
Un terzo cane, che a caso passò 
zitto zitto lo prese e se n'andò ! 
(Poesia di Renato Fucini) 
stavan per they were on the point of 
digrignando i denti baring their teeth 
zitto zitto as quiet as a mouse 
Chi trova un amico trova un tesoro 
Trova un amico e troverai un tesoro 
dice la Bibbia e son parole d'oro. 
Per altro credo meglio se tu dici 
trova un tesoro e troverai gli amici. 
(Ignoto epigrammista) 
Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio 
Si dice che Edison non si fidasse troppo né dei medici né delle 
medicine. Ma una volta che dovette mettersi a letto con un forte 
raffreddore e febbre alta fu costretto a mandare a chiamare il 
medico, soprattutto per far felici i familiari. 
Il medico venne, lo visitò e gli ordinò delle medicine. Gli 
raccomandò di prenderle regolarmente e di stare a letto. 
27 
La domestica prese la ricetta e andò alla farmacia per com-
prare le medicine ordinate. Il farmacista preparò le medicine e 
le dette alla domestica che le portò a Edison. 
Appena Edison vide le medicine, le prese e le buttò fuori dalla 
finestra. I familiari sorpresi gli chiesero spiegazione di un com-
portamento cosi strano ed Edison rispose. 
— Ho mandato a chiamare il medico perché anche i medici 
hanno il diritto di vivere; se nessuno li chiamasse dovrebbero 
cambiare professione. Ho fatto comprare le medicine perché 
anche il farmacista ha diritto di vivere. Ora vi sorprendete 
perché le ho buttate via. Ma non ho forse anch'io il diritto di 
vivere ? 
mandare a chiamare il medi- to call for the doctor 
Non cyè peggior sordo di chi non vuol sentire 
Un giorno Socrate vide un uomo che fuggiva inseguito da un 
altro armato di lancia. 
— Fermalo, fermalo ! — gridò l'uomo armato al filosofo, ma 
questi non fece niente. 
— Perché non hai fermato quell'assassino ? — chiese l'uomo 
a Socrate. 
— Un assassino? Che cosa vuoi dire con questa parola? 
— Ma come ! Un assassino è un uomo che ammazza. 
— Un cacciatore, allora? 
— Ignorante, voglio dire un uomo che ammazza un altro 
uomo. 
— Ah, un soldato ! 
— Ma no; un uomo che uccide un altro uomo in tempo di 
pace. 
— Ora ho capito: un carnefice. 
— Stupido ! Un uomo che ne uccide un altro in casa sua. 
co 
stare a letto 
la ricetta 
to stay in bed 
the prescription 
— Allora è un medico ! 
L'uomo armato proseguì l'inseguimento. 
Non c'è peggior sordo di chi None so deaf as those who will 
non vuol sentire not hear 
Non tutto il male vien per nuocere 
Impara Varte e mettila da parte 
Dopo anni di intenso studio e dopo aver passato tutti gli 
esami prescritti, arrivò finalmente anche per Laura, una stu-
dentessa come tante altre, il momento di presentare la sua tesi. 
Per tutti gli studenti universitari la tesi è l'ultimo ostacolo, 
superato il quale si ottiene finalmente il tanto desiderato 'pezzo 
di carta' chiamato laurea, che si crede apra le porte al successo, 
alla vera vita. 
Il titolo della tesi era « L'importanza delle case popolari in 
Italia. >> Per studiare a fondo tutti gli aspetti sociali relativi alle 
case popolari aveva lavorato gratuitamente per settimane in un 
centro sociale dove si cercava di risolvere ogni difficoltà di con-
vivenza degli abitanti di queste particolari case. 
La mancanza di alloggi e l'esagerato costo degli affitti è uno 
dei problemi più gravi di ogni paese che le autorità governative 
e locali cercano di risolvere costruendo a economia edifici somi-
glianti più ad alveari che ad abitazioni. Tali edifici vengono poi 
affittati ai cittadini che possono anche comprarseli a lunga sca-
denza. 
Ma io non voglio parlare del male di non avere una casa ma 
del male che venne a Laura quando presentando in bella scrit-
tura l'ultima stesura della sua tesi al professore che l'aveva 
assistita e consigliata durante lo svolgimento, si sentì dire che 
non poteva assolutamente presentare una tesi manoscritta e che 
doveva scriverla a macchina e presentarla in varie copie. 
Laura non sapeva scrivere a macchina e il costo di far datti-
lografare più di duecento pagine era troppo superiore alle sue 
possibilità finanziarie. I suoi genitori le avevano già mandato 
tutto quello che potevano; troppe volte aveva preso in prestito da 
amici soldi che ancora doveva restituire; troppe volte il suo 
pranzo era consistito di un cappuccino e unabrioscia per poter 
risparmiare nel mangiare; e allora, che fare? 
L'unica soluzione era d'imparare a dattilografare e copiare da 
sé la tesi. Aveva la fortuna di lavorare alcune ore in un ufficio 
dove poteva usare una vecchia macchina da scrivere. Così co-
minciando a battere sui tasti prima con due dita e lentamente, 
poi con quattro ma sempre lentamente, riuscì a presentare la tesi 
dattiloscritta entro il tempo richiesto. 
Non avendo i soldi fu costretta a diventare dattilografa, im-
parando un'arte che mise da parte per un po' di tempo ma che 
le fu poi estremamente utile, come mi raccontò più tardi, 
quando all'estero si trovò a scegliere fra lavare i piatti in una cu-
cina puzzolente e scrivere a macchina in un ufficio. 
Non tutto il male vien per 
nuocere 
case popolari 
gratuitamente 
difficoltà di convivenza 
la mancanza di alloggi 
somiglianti più ad alveari 
a lunga scadenza 
il costo di far dattilografare 
che fare? 
mise da parte 
all'estero 
No great loss but some small pro-
fit 
council houses 
without pay 
difficulties of living together 
the scarcity of lodgings 
looking more like beehives 
on a long term basis 
the cost of having it typed 
what's to be done ? 
she put aside 
abroad 
La goccia che fa traboccare il vaso 
Il seguente fatto è successo a Londra. Una signora trovò un 
ombrello mentre saliva sull'autobus. Lo portò al bigliettario di-
cendogli che qualcuno l'aveva probabilmente lasciato cadere 
mentre scendeva dall'autobus. Il bigliettario le rispose che non 
era responsabile degli oggetti trovati fuori dell'autobus e la si-
gnora doveva quindi portarlo direttamente al più vicino posto di 
polizia o all'ufficio oggetti smarriti. 
La signora scese dall'autobus e si avvicinò a un poliziotto 
porgendogli l'ombrello e spiegando la situazione. Il poliziotto, 
però, le disse che era spiacente ma non poteva prenderlo poiché 
aveva un lavoro urgente da fare; le indicò dov'era il posto di 
polizia, e l'ufficio oggetti smarriti. 
La signora cominciava ad essere stanca di quell'ombrello e 
poiché i detti uffici erano piuttosto lontani, salì su un altro auto-
bus, fece il biglietto, mise l'ombrello accanto al sedile poi si pre-
parò a scendere alla prossima fermata. 
Mentre stava per scendere, un signore la chiamò e porgendole 
gentilmente l'ombrello indesiderato le disse che l'aveva dimenti-
cato. La povera donna « fece buon viso a cattiva sorte » : prese 
l'ombrello, ringraziò il gentile signore e scese. Ma questa fu la 
goccia che fece traboccare il vaso. Decisa a sbarazzarsi dell'om-
brello ad ogni costo la signora salì sul primo autobus che riuscì 
a prendere, nascose l'ombrello sotto un sedile e scese in fretta. 
La goccia che fa traboccare il 
vaso 
ufficio oggetti smarriti 
era spiacente 
essere stanca di 
«fece buon visto a cattiva 
sorte » 
sbarazzarsi dell'ombrello 
The last straw that breaks the 
camel's back 
the lost property office 
he was sorry 
to be tired of 
made the best of a bad job 
to get rid of the umbrella 
Arma a doppio taglio 
Esopo era schiavo di Xanto che però era un padrone compren-
sivo ed apprezzava la sua saggezza e la sua intelligenza. 
Un giorno Xanto aveva molti illustri invitati é pregò Esopo di 
comprare al mercato i cibi migliori. A pranzo Esopo non servì 
che lingue cucinate in tutti i modi. Meravigliato Xanto chiese 
una spiegazione a Esopo che tranquillamente rispose: 
— Mi hai chiesto di comprare ciò che di meglio c'è sul mer-
cato. 
Che cosa c'è infatti di meglio della lingua che è il legame della 
vita civile, lo strumento della verità e della scienza, la regina di 
tutte le assemblee politiche? 
— Ebbene — replicò scherzando Xanto — domani inviterò 
tutti i miei amici e tu comprerai al mercato i cibi peggiori. 
Il giorno dopo Esopo servì ancora lingue in tutte le salse. 
Xanto un po' irritato lo chiamò e gli domandò che cosa volesse 
dire quella storia. 
— La lingua non è forse la cosa peggiore che esista ? — rispose 
Esopo. — Essa è causa di tutte le liti, di tutte le inimicizie, di 
tutte le guerre. 
Arma a doppio taglio Double-edged weapon 
non servi che lingue served nothing but tongues 
Salvare capra e cavoli 
Un contadino che portava con sé un lupo, una capra e una 
cesta di cavoli si trovò a dover attraversare un fiume. C'era una 
barca sulla riva ma era troppo piccola e poteva contenere, oltre 
a lui, solamente una delle due bestie. Come evitare che la capra 
mangiasse i cavoli o il lupo mangiasse la capra ? 
Il contadino, dopo aver pensato a lungo, risolse così il pro-
blema. Trasportò sulla riva opposta la capra; poi tornò indietro 
e rifece il tragitto col lupo. Lasciò il lupo sulla riva opposta e 
ricaricò la capra, con cui ritornò dove aveva lasciato i cavoli. 
Scaricò la capra e caricò i cavoli che trasportò dov'era il lupo. 
Poi ritornò solo a riprendere la capra e così riuscì ad evitare che 
la capra si trovasse sola col lupo o coi cavoli. 
Oggi * salvare capra e cavoli' vuol dire trovare il modo di 
risolvere brillantemente un problema difficile evitando guai. 
riusci ad evitare 
evitando guai 
succeeded in preventing 
avoiding disaster 
Volli, sempre volli, fortissimamente volli 
Vittorio Alfieri, grande poeta tragico vissuto nel 1700, era 
di famiglia agiata, e da giovane non ebbe mai preoccupazioni di 
carattere finanziario, anzi ebbe a sua disposizione più soldi di 
quanti ne avesse bisogno. Viaggiò moltissimo, divertendosi, ma 
senza mai trovare soddisfazione nei suoi vagabondaggi. Così de-
cise di cambiare vita, di fare qualcosa di creativo. Ma come po-
teva riguadagnare il tempo perduto? Studiando e lavorando 
accanitamente senza divertimenti o distrazioni. Non avendo 
troppa fiducia nella sua costanza arrivò al punto di ordinare al 
servitore di legarlo alla seggiola e di non scioglierlo per nessuna 
ragione durante le ore in cui doveva studiare. 
Più tardi, a chi gli domandava come fosse riuscito a diventare 
così famoso, rispondeva: «Volli, sempre volli, fortissimamente 
volli. » Questo motto è rimasto celebre per indicare una volontà 
forte, tenace e invincibile. 
famiglia agiata well-off family 
più soldi di quanti ne avesse more money than he needed 
bisogno 
legarlo alla seggiola to tie him to his chair 
L'uovo di Colombo 
Cristoforo Colombo riuscì con gran fatica e dopo aver bus-
sato a molte porte, a partire con tre barche, la Mina, la Pinta e la 
Santa Maria, e un equipaggio di galeotti per raggiungere l'Asia, 
viaggiando verso ovest. Scoprì invece l'America. Molti furono 
coloro che cercavano di diminuire l'importanza della sua im-
presa, dicendo che era stata semplicissima. Si dice che un giorno, 
Colombo, stanco di sentire questi mormorii, domandò a una 
riunione dove erano presenti molti di tali mormoratori. 
« Chi di voi è capace di fare star ritto un uovo? » Tutti pro-
varono ma nessuno riuscì. Allora Colombo prese l'uovo, lo 
schiacciò sulla tavola facendocelo star ritto con facilità. 
« In questo modo saremmo stati capaci anche noi » — grida-
rono gli spettatori. « E perché allora non lo avete fatto ? » rispose 
Colombo. 
Così oggi si usa l'espressione 'è come l'uovo di Colombo' per 
indicare una scoperta o un'invenzione che appare facilissima... 
dopo che uno è riuscito a farla. 
un equipaggio di galeotti a crew of galley-slaves 
fare star ritto un uovo to make an egg stand upright 
Fare fiasco 
Far fiasco vuol dire riuscire male in qualche cosa e quindi far 
cattiva figura. L'origine di questa espressione non è sicura. Si 
racconta che anticamente c'era a Firenze un comico che ogni 
sera improvvisava versi buffi sull'oggetto con cui si presentava 
al pubblico. Una sera cercò di fare versi su un fiasco ma non 
riuscì a soddisfare il pubblico che alla fine lo salutò con un coro 
di fischi. Si dice anche che la frase derivi dal lavoro del soffiatore 
di vetro che volendo fare un oggetto grazioso ed elegante finisce 
invece col fare un fiasco, cioè un oggetto comune e di pocovalore, 
fare fiasco to fail utterly 
far cattiva figura to cut a poor figure 
un coro di fischi a chorus of hisses 
soffiatore di vetro glass-blower 
3. RACCONTI 
Stella 
C'erano tre vacche nella stalla ma Stella è quella che ricordo 
conviva commozione. Era rossa di pelo e aveva due occhi enormi 
e acquosi, e così comprensivi e mansueti che quando le parlavo 
sembrava mi capisse. La mungevo senza timore e anche quando 
le mie mani inesperte le facevano male non mi dava mai 
calci. 
Abitavamo in una casa colonica solitaria a metà di una collina 
scoscesa che terminava in un fosso. Per la prima volta in vita mia 
avevo una camera tutta per me. Era celeste e bianca. Durante la 
notte il silenzio era interrotto solo da strani gridi di uccelli not-
turni. Mi affacciavo alla finestra e vedevo il cielo immenso, 
punteggiato di stelle quando era sereno, o nero come la pece 
quando era nuvoloso; e il bosco, addormentato, era accarezzato 
dai raggi argentei della luna, o stava in attesa di dissetarsi sotto 
le nuvole dense di pioggia. Il rumore della pioggia, l'odore della 
terra bagnata, il sollievo della campagna dissetata: avevo la 
capacità di partecipare a tutte queste manifestazioni della na-
tura. 
Il pomeriggio, al ritorno dalla scuola, portavo le vacche nel 
bosco a pascolare. 
Una sera, all'ora di ritornare a casa dal pascolo, Stella non 
voleva muoversi. Il bosco era in collina ed io vedevo dall'alto 
la sua testa rossiccia emergere tra le piante. Cominciai a get-
tarle dei sassi, pensando che volesse restare per finire di mangiare 
golosamente qualche saporito ciuffo d'erba, come era successo 
molte altre volte. Ricordo, ora, questa mia crudeltà infantile con 
vergogna e dolore perché quando decisi di scendere in mezzo al 
bosco, visto che non potevo in nessun modo persuaderla ad 
uscirne, vidi che teneva delicatamente fra le gambe un vitellino 
tutto bagnato. 
Aveva partorito nel bosco e nei suoi occhi dolci e stanchi lessi 
tutto il dolore che aveva appena sopportato. Se si fosse mossa 
dalla posizione in cui era, il vitellino sarebbe rotolato giù per la 
collina. 
Urlai e urlai con quanto fiato avevo e subito accorsero dei 
contadini del vicinato che portarono via il vitellino in una cesta 
seguiti da Stella e dal suo straziante muggito, 
non mi dava mai calci she never kicked me 
nero come la pece pitch dark 
gettarle dei sassi to throw stones at her 
ciuffo d'erba tuft of grass 
urlai con quanto fiato avevo I shouted as loud as I could 
Storia (Taltri tempi 
È notte. Un cavallo galoppa attraverso selve e boschi, incitato 
sempre più insistentemente dal suo cavaliere. Grosse nuvole 
cariche di pioggia coprono il cielo. Non si sentono gridi di ani-
mali notturni, non tira vento, l'aria è ferma come in attesa. Solo 
il galoppo impetuoso del cavallo rompe il silenzio della notte, 
con scricchiolii di rami secchi improvvisamente spezzati, fruscii 
di foglie, rumori di sassi mossi al passaggio dell'animale. Ad un 
tratto il brontolio del primo tuono è accompagnato da un lampo 
accecante che squarcia le nubi divenute nere e minacciose, e 
illumina lividamente la campagna. La luce non rivela città né 
paesi né case isolate, solo colline e montagne con alberi e fossi. 
« Via, via, più forte » incita il cavaliere che spera di trovare 
un riparo prima che scoppi il temporale. 
I tuoni e i lampi si susseguono incessantemente. All'improv-
viso grosse gocce d'acqua cominciano a cadere, prima rade poi 
sempre più fitte, e il fruscio delle foglie colpite aumenta con la 
pioggia. La luce,di un lampo illumina ad un tratto delle mura, e 
attraverso il cancello il cavaliere, che ha fermato di scatto il 
cavallo, vede file di lapidi bianche, spettrali. 
« Meglio un camposanto che niente ! » pensa il cavaliere. Si 
ferma, scende, apre il cancello, lega il cavallo ad esso e corre 
verso la cappella, mentre il temporale si scatena in tutta la sua 
violenza. In altre circostanze non si sarebbe mai fermato in un 
cimitero; avrebbe continuato il viaggio fino ad arrivare al paese. 
Generalmente, (in Italia), il cimitero viene costruito nelle vici-
nanze del paese e il luogo acquista un'atmosfera di mistero che 
incute un certo timore come se lo spirito di quei morti, che nel 
paese tutti conoscevano, rimanesse nelle vicinanze per vendi-
carsi di qualche torto ricevuto. Ma la stanchezza, il freddo e 
l'umidità che si sente penetrare fino alle ossa hanno il soprav-
vento; il cavaliere si avvicina alla cappella e spinge la porta che 
cade dai cardini con un tonfo. Un odore disgustoso di muffa e 
di rinchiuso lo investe. Nel centro della cappella vede, al lume 
di un lampo, un catafalco, la sola parte asciutta, e mentre la 
tempesta infuria, vi si sdraia. 
La spossatezza, il timore, i vestiti bagnati che gli gelano il 
corpo, lo fanno tremare. Non avrebbe dovuto fare questo viag-
gio, i familiari glielo avevano sconsigliato, specialmente dopo 
l'attacco di cuore che aveva recentemente avuto. Turbato da 
questi pensieri cade in un sonno agitato. 
Improvvisamente sente un alito caldo e umido sul viso. È 
sogno o realtà? Gli sembra di toccare qualcosa di peloso. Si 
sente soffocare. Tutti i racconti straordinari di diavoli, di streghe 
che i grandi raccontavano quando era piccolo, gli si confondono 
nella mente. Non riesce a respirare; quell'alito caldo lo soffoca, 
annaspa, un corpo peloso lo schiaccia . . . aiuto, aiuto . . . Cade 
nel buio. 
Tutto è avvenuto in pochi attimi. Il temporale si calma, i 
tuoni si allontanano, il cielo schiarisce. È l'alba. Il sole fa fuggire 
le ultime nuvole e si mette al lavoro per asciugare la terra ba-
gnata. 
Il becchino entra nel camposanto per controllare che la cap-
pella sia in ordine per la sepoltura di un vecchio del paese. Non 
si stupisce nel vedere il cancello aperto, pensa sia stato il vento; 
ma quando vede la porta della cappella scardinata comincia a 
sospettare che qualche cosa non vada bene. Entra nella cap-
pella e lo spettacolo dell'uomo sul catafalco col cavallo vicino che 
lo annusa lo lascia stupefatto. Ma è troppo tardi, il cavaliere è 
morto. Morto di paura del suo stesso fedele amico che aveva 
strappato la fune che lo legava al cancello per soccorrere il pa-
drone ? Chi lo sa ? 
prima che scoppi il temporale 
si susseguono 
All' improvviso 
qualche torto ricevuto 
cade dai cardini 
qualcosa di peloso 
Chi lo sa? 
before the storm breaks 
follow one another 
Suddenly 
some wrong done to them 
falls out of its hinges 
something hairy 
Who knows? 
Coniglio o gatto ? 
Eravamo in tempo di guerra ed ogni specie di carne, non im-
porta di quale animale, era preziosa. Ero molto piccola allora e 
non so più se mi ricordi l'episodio che sto per raccontare per 
esperienza diretta o per averlo sentito raccontare tante volte, 
perché era la storiella preferita degli abitanti di Vitoio, un paese 
della Garfagnana, di circa dodici case aggrappate su una roccia 
che nemmeno il terremoto del 1920, il quale distrusse tanti paesi, 
riuscì a screpolare. 
I soli animali domestici che avessi mai visto in quei paesi, 
eccetto qualche cane da caccia, le galline, le pecore, le vacche e 
qualche asino, erano i gatti, che giravano da una casa all'altra 
e appartenevano a tutti e a nessuno. Ebbene, durante la guerra 
il numero di tali animali era diminuito in modo impressionante; 
io ero troppo ingenua per capire come, però lo seppi quella fa-
mosa sera quando mio padre decise di far da cuoco. Mandò mia 
madre fuori tutto il giorno e si mise al lavoro per prepararle il 
suo piatto preferito: polenta di farina gialla e coniglio in umido. 
Mia madre ritornò quando tutto era pronto. Il profumo che 
aleggiava nella casa era veramente appetitoso. 
Mentre mia madre entrava, mio padre mise la polenta fu-
mante sulla tavola e si affrettò a preparare le porzioni di coniglio. 
Prima servì me, e mi dette la testa che era la mia parte preferita 
per il cervello, poi gli altri. Fui sorpresa che mi servisseper 
prima, ma poiché in casa mia non è mai esistito nessun problema 
di etichetta, non ci feci caso. 
Appena la mamma ebbe assaggiato il primo boccone, il babbo 
guardandola disse: 
— Be' ! Che cosa pensi di me come cuoco ? 
La mamma, continuando a mangiare con appetito, rispose con 
un mucchio di complimenti. 
Alla fine del pranzo, la mamma volle fare la sua sorpresa e 
andò in cantina dove aveva messo la zuppa inglese a raffreddare. 
Ritornò con una bella zuppiera piena di quel dolce delizioso, e 
mentre tutti facevamo esclamazioni di piacere, ella chiese al 
babbo: 
— Hai ammazzato due conigli, oggi ? Ne ho visto uno in 
cantina. È qualche festa speciale? 
Aveva un'espressione un po' dubbiosa nel fare tale domanda 
e il babbo rispose un po' imbarazzato: 
— Ce n'era uno che non mangiava troppo bene da qualche 
giorno, cosi ho pensato di ammazzarlo prima che si ammalasse o 
diventasse troppo magro. 
Questa fu una risposta che mi lasciò piuttosto sorpresa perche 
proprio il giorno prima ero andata io a cercare erba per i conigli 
e li avevo visti mangiare tutti con enorme appetito. 
Alla fine del pranzo, non so come, il discorso cadde sui gatti 
e sentii dire dal babbo quanto fosse buona la carne di gatto se 
veniva mangiata dopo uno speciale trattamento, cioè dopo averla 
lasciata in acqua corrente per almeno tre giorni per farle perdere 
il sapore e l'odore di selvatico; naturalmente doveva essere un 
gatto giovane. 
A questo discorso la mamma esclamò con estremo disgusto: 
— Non mangerei mai carne di gatto nemmeno se stessi per 
morir di fame. E poi sono sicura che ne riconoscerei il sapore 
immediatamente. 
— Ah sì ? — disse il babbo —. Tu ne riconosceresti il sapore ! 
Credi che il sapore della carne di gatto sia molto diverso da 
quello della carne di coniglio? 
— Ma certamente — rispose la mamma. 
— E così — insistè il babbo — sei proprio sicura di aver 
mangiato oggi carne di coniglio e non carne di gatto? 
— Che cosa vuoi dire con questo ? — Chiese la mamma subito 
sospettosa. — Non era forse coniglio ? 
— Del coniglio c'era solo la testa, il resto era un bel gatto 
grasso e giovane ! 
Tutti ci mettemmo a ridere, ma la mamma impallidì e si alzò 
per correre verso il bagno. 
Prima che si sospettasse qualcosa, la mamma era di ritorno 
con gli occhi rossi e ancora pallida. 
— Questa è la prima e l'ultima volta che ti lascio cucinare 
carne al sugo per me! — Disse decisa puntando un dito accusa-
tore verso il babbo. 
per averlo sentito raccontare 
aggrappate su una roccia 
fare da cuoco 
si mise al lavoro 
polenta di farina gialla 
coniglio in umido 
non ci feci caso 
la zuppa inglese 
un po' imbarazzato 
molto diverso da 
through having heard it told 
clinging to a rock 
to act as cook 
set to work 
maize flour pudding 
stewed rabbit 
I didn't pay much attention 
trifle 
a little embarrassed 
very different from 
Il vecchio e il bambino 
Con passo lento un vecchio attraversava il parco verde e pro-
fumato di fiori appena sbocciati. Era una sera di primavera, il 
sole tramontava e i suoi ultimi raggi giocavano con le foglie 
tenere degli alberi e brillavano di tanti colori sulle rose, sui garo-
fani, sui tulipani, sulle margherite. Diffondeva una luce dorata 
sulle piante, sull'erba appena nata, sui capelli bianchi del vec-
chio e sui capelli biondi di un bambino che giocava con numerosi 
aeroplani, seduto in terra. 
Il vecchio si fermò vicino al bambino a guardarlo mentre met-
teva i suoi aeroplani in formazione e ne imitava il rumore. 
Chiese dopo un po' di silenziosa attesa: 
— Che cosa farai quando sarai grande, bambino ? 
— Farò l'aviatore. Col mio aeroplano guiderò nel cielo una 
squadriglia di mille aeroplani, ma il mio sarà il più bello. 
— Perché vuoi fare l'aviatore ? 
— Perché voglio volare nel cielo. 
— E che cosa andrai a cercare nel cielo ? 
— Andrò a cogliere le stelle. 
— Ma le stelle sono molto lontane e dovrai volare molto per 
raggiungerle. 
— Lo so, ma il mio aeroplano sarà molto potente, non si rom-
perà mai e starò in cielo tutto il tempo che vorrò. Se vuoi venire 
anche tu, ti posso dare questo aeroplano. Ha un posto solo, ma è 
comodo. 
— Grazie, bambino, mi piacerebbe venire in cielo con te, ma 
non so pilotare l'aeroplano, e poi sono troppo vecchio e stanco e 
ho paura di non aver la forza di fare tanta strada. 
— Peccato ! Ci saremmo divertiti insieme. Ora devo andare a 
casa. Ciao ! 
E con i suoi aeroplani il bambino partì correndo attraverso il 
parco. 
Il vecchio continuò la sua strada. Il sole era tramontato. La 
sera era bella e un po' meno triste per il vecchio perché pensava 
che anche se egli non aveva più ambizioni né sogni, il bambino 
ne aveva tanti; e forse, chissà, avrebbe potuto realizzarli. 
Un vecchio, un bambino: due esistenze; una che finiva e 
l'altra che cominciava appena. 
Farò l'aviatore 
Ci saremmo divertiti insieme 
mi piacerebbe venire in cielo 
con te 
I shall be a pilot 
We would have had fun together 
I would have liked to go up into 
the sky with you 
Intelligenza o istinto ? 
Era un topolino di un comune color grigio ma dagli occhi 
vivacissimi. Agilissimo nei movimenti, s'insinuava con facilità 
nei buchi più piccoli, e se erano troppo piccoli li allargava pa-
zientemente rosicchiando legno o cemento a seconda del caso. 
Fu così che riuscì ad entrare nella credenza dove formaggio, olio 
e altre leccornie venivano conservate. 
Benché mangiasse con parsimonia, si scopri chi era il ladro, 
ma non era facile capire come riuscisse a bere l'olio dalla botti-
glia, che aveva un collo particolarmente stretto. Per scoprirlo 
decidemmo di fargli la posta. Ci volle molta pazienza, ma final-
mente una sera avemmo fortuna. 
Il topolino si arrampicò fino all'orlo della bottiglia, poi, tenen-
dosi aggrappato al collo di questa, con cautela infilò la coda 
dentro la bottiglia stessa ritirandola sgocciolante di olio. La leccò 
diligentemente e via dentro di nuovo finché fu sazio. Da allora 
in poi fu considerato per la sua astuzia come uno di famiglia. 
# # # 
I topi sono ghiotti di uova. Due studiosi vollero osservare il 
comportamento di una famiglia di topi di fronte a due uova. 
Le misero in soffitta nelle vicinanze della loro tana. Molte 
furono le notti che dovettero passare nell'attesa, prima che i topi 
si facessero vedere. Ma finalmente una notte la loro pazienza fu 
premiata. Usci un topolino dal buco e si avvicinò alle uova. Vi 
girò intorno poi andò via ritornando poco dopo con un com-
pagno. Si misero insieme a rosicchiare un uovo, uno da una 
parte e uno dall'altra. Dopo un notevole lavoro riuscirono a fare 
due buchi nel guscio e bevvero il contenuto con grande avidità. 
Poi rimaneva l'altro uovo. 
Vi girarono intorno ma non tentarono di rosicchiare il guscio; 
evidentemente non avevano più fame. Dopo l'ispezione entra-
rono nella tana e ritornarono con un compagno. Lo fecero di-
stendere a pancia all'aria, rotolarono sopra di lui l'uovo rimasto, 
poi, mentre il topo disteso abbracciava con le quattro zampine 
l'uovo, gli altri due lo presero per la coda e via pian piano lo 
trascinarono verso il buco della tana, che fortunatamente era 
abbastanza grande da ricevere topo e uovo insieme. Probabil-
mente avevano precedentemente preso le misure ! 
a seconda del caso 
fargli la posta 
infilò la coda dentro 
Da allora in poi 
according to the circumstances 
to be on the watch 
slipped its tail in 
From then on 
la loro pazienza fu premiata 
distendere a pancia all'aria 
piano piano 
avevano precedentemente 
preso le misure ! 
their patience was rewarded 
to stretch out on its back 
very slowly (gently) 
they had measured it beforehand ! 
Veglie 
Ora a Vitoio qualcuno ha la radio e forse anche la televisione, 
ma circa vent'anni fa non c'era né l'una né l'altra, e per passare 
le lunghe serate invernali gli abitanti si riunivano a veglia in una 
casa o in un'altra. Un enorme paiolo pieno di castagne stava a 
bollire sul fuoco,oppure una padella stava al lato del focolare 
piena di belle castagne marroni leggermente rossastre, pronte 
per essere arrostite. 
Durante tali serate si commentavano gli avvenimenti del gior-
no o si raccontavano fatti avvenuti. Le storie che affascinavano 
di più tutti quanti erano le storie di paure. La Santina, una don-
nona di mezza età, che sembrava un gigante, le sapeva raccon-
tare con una mimica da spanciarsi dal ridere. Che donna strana 
era la Santina, così grossa e con un marito piccolo e minuto ! 
« Una sera d'autunno — cominciò a raccontare durante una 
veglia mentre tutti l'ascoltavano attentamente — andavo a 
Casatico a trovare la Cocca. Ebbi il più grande spavento della 
mia vita. (La Santina aveva fama di non aver paura di nulla, né 
dei morti né dei vivi, come diceva sempre). Era una serataccia, 
tirava un vento che quasi portava via anche me, grande e grossa 
come sono. 
La strada era coperta di foglie di castagni, i quali scricchiola-
vano come anime in pena. Quando fui a metà strada, proprio da-
vanti al cimitero, tutto ad un tratto il vento smise completamente 
di soffiare. Il cielo nero come la pece sembrava che volesse aprire 
le cateratte da un momento all'altro. Tutto quel silenzio dopo 
tanti fruscii, scricchiolii e sibili mi fece un po' impressione e 
cercai di affrettare il passo. Avevo quasi sorpassato il cimitero 
quando sentii uno strano fruscio dietro di me. Lì per lì pensai 
che fossi io a farlo camminando sulle foglie perché quando mi 
fermavo il fruscio taceva, ma poi mi resi conto che non potevo 
essere io coi piedi, perché era un rumore che si allontanava, poi 
si avvicinava, un po' era a destra e un po' era a sinistra» Non 
c'era un albore di luce, non potevo vedere nulla. Allora comin-
ciai a correre e quello a correre come me, mi fermai e il rumore 
si fermò, mi girai intorno ed ebbi l'impressione che qualcosa mi 
legasse intorno alla vita. Non ragionai più » 
Mentre parlava accompagnava il racconto con gli stessi movi-
menti e gesti che descriveva ed era affascinante guardarla. Tutti 
pendevano dalle sue labbra. 
« Aumentai la corsa, e coi capelli ritti sulla testa, urlando 
come una pazza, arrivai alla casa della Cocca. Il cane della 
Cocca cominciò ad abbaiare come un forsennato e invece di 
venirmi incontro a farmi le feste come sempre faceva, cominciò 
a digrignare i denti abbaiando con ferocia. Bussai alla porta e 
finalmente la Cocca venne ad aprirmi. » 
— Cocca, Cocca, ho incontrato gli spiriti stasera davanti al 
camposanto, hanno tentato di legarmi ! 
La Cocca, una vecchietta piccola e grinzosa, prima si spaventò 
nel vedermi in quello stato ma poi disse: 
— O Santina, ma non vedete che avete perso il gomitolo di 
lana e il filo vi s'è attorcigliato tutto intorno al corpo ! « Poi si 
mise a ridere e a ridere da non poter parlare. Allora mi guardai 
e vidi che avevo i ferri col lavoro a maglia in tasca ed ero tutta 
legata dal filo. Anch'io mi misi a ridere. Ma vi dico che ebbi una 
paura da farmi venire i capelli bianchi. Da quella volta in poi, 
tutte le sere che passo davanti al camposanto mi metto sempre 
una mano in tasca per esser sicura di non aver perso il gomi-
tolo. >> 
# # * 
« Una notte poi — riprese dopo un poco la Santina — incon-
trai proprio il diavolo. Fortuna che sono una donna coraggiosa 
altrimenti sarei impazzita. 
Venivo da Puglianella. Avevo appena attraversato il colle di 
Rava quando dal fondo del fosso sentii uno scatenio infernale. 
Mi fermai in ascolto e urlai: 
— Chi c'è laggiù ? Rispondete ! 
Nessuna risposta e silenzio assoluto. Stetti un po' in ascolto 
e dopo poco sentii di nuovo il rumore di catene. Decisi di andare 
a vedere cos'era. Arrivai vicino al fosso, ma era buio pesto e non 
vidi nulla. Di nuovo il rumore delle catene si fece sentire molto 
vicino e guardando nel fosso vidi due occhi di fuoco che bril-
lavano nell'oscurità. 
— Chiunque tu sia, diavolo, uomo o spirito, rispondi. Hai 
bisogno di aiuto ? 
Silenzio di nuovo e solo due occhi luminosi si mostravano a 
intervalli. Allora presi un sasso e lo gettai nel fosso. 
Uno scatenio pauroso seguito da un urlo bestiale fece sèguito, 
poi silenzio di nuovo e anche gli occhi sparirono. Aspettai un 
pezzo ma non sentii né vidi più nulla, perciò venni a casa. » 
— Che cos'era? Che cos'era? — domandarono ansiosi gli 
ascoltatori. « Il giorno dopo tornai a vedere in pieno giorno ma 
nel fosso non vidi nulla eccetto che rami spezzati. Ci pensai 
tutto il giorno, ma proprio non riuscii a trovare una spiegazione. 
La sera dopo, passando alla stessa ora di là, sentii ancora lo 
scatenio. Venni a Vitoio, andai dal prete che era già a letto, lo 
convinsi a venire via con me con l'acqua benedetta. Se volete, 
potete domandargli come scacciò il demonio. Anche lui vide 
gli occhi infuocati e sentì le catene. Da allora in poi non ho più 
visto occhi luminosi né sentito rumori di catene. » 
— Ma allora era proprio il diavolo ! — disse qualcuno. 
Il Menico che era stato ad ascoltare attentamente tutto il 
racconto chiese a questo punto: 
— Santina, successe in quel fosso a circa un centinaio di 
metri dal colle di Rava vicino al metato dei Raffaelli ? 
— Proprio là, Menico — rispose la Santina sorpresa. 
Ci avete visto il diavolo anche voi ? 
— No, no — disse il Menico, ridendo sotto i baffi, — ci metto 
la trappola per la lepre, proprio nel buco che avete descritto voi. 
È una trappola molto pesante, e da quando la prima lepre che ci 
presi mangiò la corda, l'ho sostituita con una catena. 
— Volete dire — esclamò offesa la Santina — che non era il 
diavolo, ma che era la vostra lepre? Se è così, vuol dire che il 
diavolo si era trasformato in lepre perché quando il prete l'ebbe 
benedetto e fatti gli scongiuri non si senti più rumori né si vide 
più niente. 
— Pensatela come volete, Santina — replicò il Menico — io 
so che in quel posto ci ho preso già due lepri ! 
Una bella risata degli ascoltatori dissipò l'atmosfera un po' 
tesa che si era creata. 
veglie 
le storie di paure 
spanciarsi dal ridere 
lì per lì 
qualcosa mi legasse intorno 
alla vita 
coi capelli ritti sulla testa 
farmi la festa 
digrignare i denti 
il gomitolo di lana 
scatenio 
Chiunque tu sia 
successe 
ridendo sotto i baffi 
evening gatherings 
ghost-stories 
to split one's sides with laughter 
instantly, then and there 
something was tied round my 
waist 
with my hair standing on end 
to give me a hearty welcome 
to gnash its teeth 
the ball of wool 
rattling of chains 
Whoever you are 
did it happen 
laughing up his sleeve 
Per il benessere pubblico 
« Come ha detto ? Io dovrei lasciare la mia casa, la mia terra, 
il mio paese perché ci vogliono fare un lago ? Ma lei ha voglia di 
scherzare ? » 
La vecchietta che aveva pronunciato queste parole con espres-
sione incredula convinta che quel signore ben vestito venuto 
dalla città volesse prenderla in giro, avrà avuto ottant'anni o 
forse anche di più. Piccola di statura, coi capelli bianchissimi 
raccolti in una treccia appuntata dietro la testa, tutta vestita di 
nero, guardava con occhi sgranati, perduti in una rete di rughe 
su un viso abbronzato, quell'uomo che veniva da lontano per 
dirle cose dell'altro mondo. 
« Signora, non può immaginare come mi dispiaccia venire per 
la prima volta a casa sua per portarle una notizia così triste. Lei 
avrà sentito parlare di questo lago artificiale che da molti anni 
si vuol costruire da queste parti. Questa valle è proprio il posto 
ideale. Basta costruire una diga allo sbocco e raccogliere 
l'acqua dei fiumi vicini e il lago è pronto. Mi creda, sarà una 
ricchezza per tutti gli abitanti di questa zona. E poi pensi al-
l'utilità di una riserva d'acqua così grande ! Costruiranno una 
centrale elettrica e tutta la provincia potrà avere abbastanza 
elettricità a un prezzo modesto, non solo per i privati ma anche 
per le fabbriche e l'industria in genere. » 
Più l'uomo parlava e più triste diventava il viso delladonna. 
Cominciava a rendersi conto che non era uno scherzo. 
« Ma allora è vero, allora devo proprio lasciare la casa dove 
sono nata e dove sono nati i miei genitori e i miei figlioli. Tutto 
finirà sotto l'acqua. Ma dove andrò ? Come farò alla mia età a 
vivere in un altro posto? Senta, capisco che lei non ha colpa ma 
ci deve essere uno sbaglio. Ci sono altre persone vecchie come 
me che non vorranno andar via e non ci possono mandar via con 
la forza. » 
E la povera donna si torceva le mani sempre più agitata. 
« Capisco il suo dolore, ma pensi che lei può scegliere una 
casetta nuova con tutte le comodità moderne e non rimpiangerà 
di avere lasciato questa. Pensi anche che lasciando la sua casa 
farà del bene a tutti. La creazione di un lago artificiale è nel-
l'interesse comune, e il benessere pubblico è più importante del 
benessere di un solo individuo. » 
« Ma qui non si tratta di un solo individuo. Questo è un paese 
grande, ci sono molti abitanti. Vivono qui da generazioni. Ha 
visto la nostra chiesa? È molto antica, sa? È del tempo dei 
Romani. E il palazzo dei Signori l'ha visto ? Ci sono delle sale 
grandi come tutta la mia casa e tutte dipinte. E tutte le ville 
nuove che hanno costruito negli ultimi anni ? » 
« Si, lo so, ma ormai non c'è nulla da fare. Lei ha un anno di 
tempo per il trasloco. Fra un anno l'acqua comincerà ad allagare 
il paese. Mi scusi, Signora, e si faccia coraggio. » 
E con queste parole l'uomo quasi scappò via per non vedere 
più il viso doloroso della vecchietta che non aveva più nemmeno 
la forza di parlare. 
Arrivò presto il giorno in cui l'acqua doveva cominciare ad 
allagare il paese. 
Tutti gli abitanti lo avevano abbandonato eccetto la vecchiet-
ta che col cuore palpitante aveva seguito il lavoro degli in-
gegneri e degli operai ed era diventata ancora più piccola e 
rugosa. L'uomo della città era ritornato a parlarle, e molti altri 
avevano cercato di convincerla con le buone a lasciare la sua casa. 
Le avevano spiegato che di fronte alla necessità di costruire una 
strada nuova, una ferrovia, un lago per il benessere di tutti, 
qualcuno doveva soffrire e sacrificarsi. La povera vecchia diceva 
di capire ma trovava cosi ingiusto dover abbandonare la sua casa, 
la sua terra, le sole cose care che le erano rimaste. Non aveva 
nessuno e voleva morire dov'era nata ed essere seppellita vicino 
ai suoi cari. 
Il giorno stabilito alcuni uomini ispezionarono ogni casa per 
essere sicuri che non vi fosse rimasto nessuno. Anche la casa 
della vecchietta era finalmente vuota. 
L'acqua cominciò pian piano a correre per i vicoli del paese. 
Gli abitanti stavano a guardare dall'alto. Parlavano con voce 
triste come se assistessero a un funerale, quello per la sepoltura 
delle loro case. Ad un tratto un uomo di mezza età si slanciò 
verso il paese urlando: « Ho dimenticato Sant'Antonio in chie-
sa ! » Inutilmente i compaesani cercarono di trattenerlo, gri-
dando che era pericoloso, che tornasse indietro senza rischiare 
la sua vita per la statua di un santo. Lo videro entrare nell'acqua 
che a tratti lo copriva fino a mezza gamba, lo videro raggiungere 
la chiesa ed entrare. Attesero col cuore sospeso aspettandosi 
di vedere la chiesa crollare da un momento all'altro. E invece lo 
videro uscire con una statua sulle spalle. Era riuscito a raggiun-
gere Sant'Antonio. Ma durante questo tempo l'acqua aveva au-
mentato la velocità e la quantità, sembrava che il fiume avesse 
rotto gli argini e si rovesciasse con impeto su tutto e su tutti. Lo 
videro lottare contro la corrente e procedere lentamente attra-
verso la piazza. Improvvisamente si fermò come se volesse ri-
prendere fiato prima di ripartire. Guardò verso una casa, gettò il 
santo nell'acqua e via di corsa come se avesse cambiato idea e 
cercasse di salvare se stesso invece del santo. Non Io videro più 
per un po' di tempo ma quando riappari un'esclamazione di 
sgomento uscì dalle bocche di tutti: « Ma è Filomena, è Filo-
mena. » 
Al posto della statua di Sant'Antonio, aveva sulle spalle la 
vecchietta, che era sfuggita all'ispezione o si era nascosta per 
morire col suo paese. Alcuni si slanciarono per aiutare l'uomo e 
la vecchia che gridava : « Lasciami andare, voglio stare a casa 
mia ! » 
Le donne cercavano di consolarla dicendole che doveva 
ringraziare Sant'Antonio se era ancora viva, perché se non fosse 
stato per lui nessuno sarebbe ritornato al paese mentre l'acqua 
sempre più impetuosa ne prendeva possesso. 
Ora un bellissimo lago azzurro, che sembra naturale, si estende 
per tutta la valle. Filomena si è rassegnata nella sua nuova 
casetta e sorveglia i bambini che giocano sulle rive mentre alcuni 
pescatori le fanno vedere ogni tanto una grossa trota che hanno 
appena pescato. Nelle vicinanze della città situata nel fondo 
valle è sorta una centrale idroelettrica. È così che l'Italia detiene 
il primato europeo nella costruzione degli impianti idroelettrici 
e nella produzione dell'energia elettrica e viene al terzo posto 
nella graduatoria mondiale. 
Numerosi turisti vengono ad ammirare l'acqua chiarissima 
del lago che riflette il verde dei boschi circostanti, e sono ansiosi 
di vedere le rovine che emergono qualche volta alla superficie, e 
sembrano i ruderi di una città fantastica. 
lei ha voglia di scherzare you are joking 
prenderla in giro to make fun of her 
rendersi conto to realize 
riprendere fiato to get his breath back 
L'alluvione 
— Era giorno di festa ed io volevo dormire fino a tardi — 
cominciò a raccontare la mia amica — ma mia sorella mi svegliò 
bruscamente gridando: « Non c'è nemmeno un goccio d'acqua !>> 
« E mi svegli per così poco ? » risposi io irritata per il brusco 
risveglio. Poco dopo mia madre venne a dirci preoccupata che 
il telefono non funzionava e non c'era elettricità. Allora anch'io 
cominciai a preoccuparmi e vestitami in fretta uscii con mia 
sorella per andare a vedere che cosa succedeva. 
Ci eravamo allontanate appena un centinaio di metri dalla 
casa quando vedemmo nella strada un rigagnolo d'acqua che 
veniva dalla direzione del fiume. Pensando che si fossero rotte 
delle tubature fermammo alcuni passanti per domandare che 
cosa fosse successo. « Stanotte il fiume ha straripato e ha alla-
gato diversi quartieri ! » fu la risposta. Invece di spaventarci, 
decidemmo di andare a vedere, eccitate al pensiero dell'insolito 
spettacolo. Fu allora che sentimmo all'improvviso il rumore 
scrosciante dell'acqua che trasformando la strada in un letto di 
fiume si precipitava verso di noi. 
Ci mettemmo a correre verso casa, sentendo la gente che ur-
lava da una finestra all'altra trasmettendosi tragiche notizie del-
l'inondazione. Salimmo i pochi gradini per entrare nel nostro 
appartamento e cominciammo a trasportare biancheria e mobili 
al piano superiore. L'acqua intanto saliva gli scalini ed entrava 
in casa. Continuammo a trasportare di sopra la nostra roba 
finché l'acqua ci arrivò alla vita ; allora stanche, sporche di fango, 
salimmo al primo piano e ci sedemmo esauste ad aspettare e a 
sperare. 
* # * 
LTn contadino quando vide l'acqua venire pensò prima di tutto 
a metter in salvo i suoi maiali. Purtroppo riuscì a spingerne uno 
soltanto al piano superiore, gli altri furono portati via dall'acqua 
che aveva invaso tutto il pianterreno. Così si ritrovò a dividere la 
camera col suo maiale aspettando i soccorsi. 
Il maiale era tranquillo ma le ore passavano senza che giun-
gesse alcun aiuto. Il contadino aveva fame e forse pensava alle 
salsicce che avrebbe potuto fare con quell'unica bestia; ma 
anche il maiale aveva fame, e forse pensava alla stessa cosa ed era 
meno tranquillo. Il tempo passava lentamente e il maiale era 
sempre più inquieto finché ad un tratto cominciò a girare intorno 
al padrone annusandolo e digrignando i denti. Il poveruomo 
dovette salire su un armadio ma il maiale sempre più feroce cer-
cava a sua volta di arrampicarsi; voleva mangiare il padrone, Isoccorsi non arrivavano e l'acqua continuava a salire. La bestia 
si agitava sempre più finché si udì un crac e il pavimento crollò 
trascinando il maiale nell'acqua. Il contadino rimase per mira-
colo sull'armadio e i soccorsi arrivarono in tempo a salvarlo. 
# # # 
La tragedia cominciò durante la notte. La violenza delle acque, 
dopo molti giorni di pioggia torrenziale, ruppe gli argini del 
fiume. Una massa d'acqua e di fango invase la città, entrando 
nelle case e nei negozi e trascinando con sé porte, finestre, 
mobili, tronchi d'albero, automobili. Per alcuni giorni l'acqua 
continuò a salire allagando le cantine e ben presto anche il 
pianterreno delle case. Gli abitanti dopo un primo momento di 
sbigottimento si misero con coraggio disperato a combattere il 
fiume. Uomini, donne e ragazzi, appena l'acqua cominciò a 
calare, si misero per le strade a pulire, a spazzare via la melma, a 
lavare i negozi, cercando di salvare il salvabile. 
Da tutte le parti del mondo arrivarono soccorsi, e parole dì 
conforto e di simpatia. Gli uomini uniti nella disgrazia riuscirono 
in breve a restituire alla loro città un aspetto decente. 
Ora il fiume scorre di nuovo nel suo letto, calmo e amichevole. 
I negozi sono pieni come prima di merce bellissima. Solo sui 
muri è rimasto il segno dov'è arrivata l'acqua sporca; e sul volto 
pallido e triste della gente si vede il segno della lotta immane 
combattuta, ma presto sparirà, e della catastrofe passata rimarrà 
solo un pallido ricordo. 
dormire fino a tardi 
il fiume ha straripato 
senza che giungesse alcun 
aiuto 
dovette salire 
spazzare via la melma 
to sleep in 
the river has burst its banks 
without any help arriving 
was trying to climb up 
to sweep away the slime 
4. ANEDDOTI SU ALCUNI 
GRANDI ITALIANI 
Dante Alighieri* 
L'Inferno è la prima cantica della Divina Commedia di 
Dante. È la più drammatica e ricca di umanità, ed era anche la 
più conosciuta ai suoi tempi. La gente diceva vedendo passare 
il poeta: « Ecco l'uomo che va e torna dall'Inferno come e quan-
do vuole ! » 
La Divina Commedia, che è l'opera più importante di Dante, 
è infatti la descrizione in versi di un suo viaggio immaginario 
attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. 
Mentre allora la lingua generalmente usata nelle opere let-
terarie era il latino, Dante volle invece scrivere il suo immortale 
Poema in italiano 'nobilitando ' la lingua volgare, cioè quella par-
lata dal popolo. 
Al tempo di Dante l'Italia era divisa in molte parti, come del 
resto lo è stata per secoli. Le città stesse, sotto il dominio dei 
vari principi italiani e stranieri e la supremazia della Chiesa, erano 
sede di continue lotte tra partiti. A Firenze i Guelfi e i Ghibellini 
si contendevano il governo della città. I Guelfi a loro volta si 
divisero in due fazioni: i Bianchi e i Neri, i cui capi appartene-
vano a due importanti famiglie fiorentine, rispettivamente i 
Cerchi e i Donati. 
Dante dette agli italiani divisi una lingua in comune che fu 
l'unico vincolo di unità morale e intellettuale per molti secoli. 
Per questo egli è giustamente chiamato « il padre della lingua 
italiana. » 
Il poeta partecipò alla vita politica di Firenze e collaborò 
attivamente coi Guelfi Bianchi. E quando questi furono accusati 
di aver congiurato contro il governo, Dante insieme ad altri fu 
mandato in esilio e gli furono confiscati tutti i suoi beni. Da 
allora egli vagò da una città a un'altra senza poter mai tornare a 
Firenze che amava tanto. Disgustato dalle ingiustizie, dalle 
gelosie e dall'odio non volle più occuparsi di politica, e si chiuse 
in se stesso dedicandosi completamente alla sua arte, la poesia, di 
cui era molto orgoglioso. 
Si racconta a questo proposito che un giorno, passando da-
vanti all'officina di un fabbro, sentì recitare malamente alcuni 
suoi versi. Entrò senza indugio nella bottega dell'artigiano e 
senza dir parola cominciò a buttare all'aria tutti gli arnesi che 
gli capitavano sotto mano. Il fabbro sbigottito cercando di fer-
marlo gridò : 
« Che cosa state facendo? Siete pazzo? Volete rovinare tutti i 
miei arnesi ? » 
Dante rispose sdegnosamente: 
« I versi che storpiate sono gli arnesi del mio mestiere, ed io 
tratto i vostri arnesi come voi trattate i miei ! » 
Si dice anche che per la stessa ragione il poeta bastonasse 
un asinaio il quale non osò nemmeno ribellarsi. 
# # * 
Dante era un uomo orgoglioso soprattutto perché era piena-
mente cosciente della sua grandezza e della sua superiorità 
d'ingegno e di cultura rispetto ai suoi contemporanei* 
Quando era ancora a Firenze ebbe vari incarichi pubblici. 
Una volta i consiglieri, dovendo mandare un'ambasceria al papa 
Bonifazio VIII, scelsero unanimemente Dante. Il poeta rimase 
un po' indeciso poi esclamò: « Se io vado chi rimane? Se io 
rimango, chi va? D 
# « # 
Oggi gl'Italiani usano proverbi e modi di dire senza sapere 
che fu Dante a scriverli nella sua Divina Commedia. Ne citerò 
alcuni più conosciuti. 
« Per me si va nella città dolente, 
Per me si va nell'eterno dolore, 
Per me si va tra la perduta gente. 
Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate. » 
Dante immagina che queste parole siano scritte sulla porta del-
l'Inferno; oggi si usano quando si prende una decisione che 
avrà gravi conseguenze, o s'intraprende un'attività che com-
porterà difficoltà e sacrifici. 
« Io ero tra color che son sospesi » 
(While I was with the spirits who dwell in suspense.) 
INFERNO, Canto //, 52 
dice Virgilio a Dante per spiegargli che non era né tra i dannati 
né tra i beati. Questa espressione si usa per chi è in una situazione 
incerta e non sa decidersi. 
« Tu proverai si come sa di sale 
lo pane altrui e com'è duro calle 
lo scendere e il salir per l'altrui scale. » 
(Thou shalt make trial of 
how salt doth taste 
Another's bread, and how 
hard the path to 
Descend and mount 
upon another9s stair,) * 
PARADISO, Canto XVII, 58-60 
Questi versi così efficaci predicono l'esilio di Dante. Sono pa-
role che tanti esuli hanno ripetuto con profonda tristezza. 
Dante viaggiò molto durante il suo esilio, e ospitato da ricche 
famiglie si guadagnava da vivere svolgendo varie attività. Spesso 
malinconico e pensoso, sopportò i disagi e le umiliazioni del-
l'esilio con la sua solita superiorità e con sdegnoso distacco. Il 
seguente episodio lo dimostra. 
Quando egli era a Verona, un tale gli fece notare che i Signori 
che lo ospitavano mostravano di apprezzare molto il loro buffone 
e non s'interessavano a lui. Il poeta rispose: « Ogni simile ama 
il suo simile. » 
« Il perder tempo a chi più sa più spiace. » 
Verso usato anche oggi con lo stesso significato. Chi è molto 
istruito sa che il campo del sapere è illimitato, e cosciente di 
quanto sia breve la vita, conosce meglio di altri il valore del 
tempo. 
la lingua volgare 
sede di continue lotte 
furono confiscati tutti i suoi 
beni 
a questo proposito 
senza indugio 
che gli capitavano sotto mano 
modi di dire 
Ne citerò 
si guadagnava da vivere 
Ogni simile ama il suo simile 
the vernacular 
centre of continual struggles 
all his goods were confiscated 
in this connection 
without delay 
that he could put his hands on 
idioms 
I will quote 
he earned his living 
It takes one to recognize another 
* Dante Alighieri nacque a Firenze nei 1265 e morì a Ravenna nel 
1321. La sua opera più importante è la Divina Commedia, divisa in tre 
cantiche: Inferno, Purgatorio, Paradiso. Altre opere in poesia e in 
prosa sono : Vita Nova (poesie che narrano la storia del suo amore per 
Beatrice, la donna di cui s'innamorò all'età di nove anni e che morì 
giovanissima); De Vulgari Eloquentia (trattato sul linguaggio)» De 
Monarchia (trattato politico); il Convivio (di carattere filosofico), 
alcune Epistole; Le Rime (raccolta di poesie). 
Leonardo da Vinci* 
Fin da piccolo Leonardo s'interessò profondamente alla na-
tura osservando e dipingendo piante, rocce, animali. Ebbe la for-tuna di vivere nella bella campagna toscana in completa libertà, 
e nella sua camera faceva collezione di ogni sorta di cose. Un 
giorno il padre, Ser Piero da Vinci, notaio, gli disse scherzando: 
« Un mio contadino mi ha dato questa tavoletta chiedendomi 
di farla dipingere a Firenze, ma forse tu potrai dipingerla meglio 
di un pittore di professione. » 
« Va bene, babbo », rispose Leonardo, « la dipingerò io. » 
11 ragazzo si mise al lavoro. Dipinse una caverna buia dalla quale 
stava uscendo un drago che compose mettendo insieme le carat-
teristiche più strane di diversi animali e usando colori brillanti. 
A lavoro finito, sistemò il dipinto vicino alla porta in modo che 
dalla finestra semichiusa un solo raggio di sole battesse sul feroce 
drago. Quindi chiamò il padre. Ser Piero, entrando nella stanza 
buia e vedendo il mostro orrendo, che sembrava stesse per av-
ventarsi su di lui, ebbe un sussulto. Fu solo dopo alcuni minuti 
che si accorse del figlio che lo stava guardando con un sorriso di 
soddisfazione. 
Ser Piero non dette la tavola dipinta al contadino, ma la ven-
dette. Poco tempo dopo questo episodio, Ser Piero disse al 
figlio che lo avrebbe mandato a Firenze come apprendista nella 
bottega del famoso pittore Andrea del Verrocchio. 
* # # 
Leonardo fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, inventore, 
musicista, scenografo, anatomista, matematico, naturalista, 
astronomo, scrittore, filosofo; non è mai esistito un genio così 
versatile e universale. Cominciò la sua carriera a Firenze ese-
guendo dipinti sia per le autorità fiorentine che per i vari signori 
del posto. 
# # # 
Quando la situazione politica divenne piuttosto difficile in 
questa città, Leonardo scrisse una lettera a Ludovico Sforza, 
detto il Moro, Duca di Milano, offrendogli i suoi servigi. In 
questa lettera rimasta famosa, Leonardo, appena trentenne, pro-
fessò di saper fare praticamente ogni cosa, sia in tempo di pace 
che in tempo di guerra. Riporterò alcuni brani, leggermente 
modificati nella forma: « So costruire ponti leggerissimi e forti, 
atti a portare facilissimamente, e con quelli seguire e fuggire i 
nemici; altri sicuri e inoffensibili da fuoco e battaglia, facili e 
comodi da levare e porre. Ho modi di arder e disfare quelli del 
nemico. So toglier via l'acqua dei fossi e fare infiniti ponti, scale 
e altri strumenti a questo scopo. Ho modi di minare ogni rocca o 
altra fortezza. Occorrendo, farò bombarde comodissime e facili 
da portare e con quelle buttare sassi, a similitudine di tempesta, 
con grave danno e confusione del nemico. In mare ho modi di 
fare molti strumenti atti a offendere e difendere, e navi che 
faranno resistenza. Ho modi, per cave e vie segrete e distorte 
fatte senza alcun strepito, per venire a un dato luogo, anche se 
bisognasse passare sotto fossi o fiumi. Farò carri coperti, sicuri e 
inoffensibili per passare attraverso i nemici. In tempo di pace 
credo soddisfare benissimo a paragone di ogni altro in architet-
tura, in composizione di edifici, pubblici e privati e in conducer 
acque da un luogo a un altro . . . Similmente in scultura di mar-
mo, di bronzo e di terra, e in pittura. Ancora potrò dare opera a 
un cavallo di bronzo che sarà gloria immortale ed eterno onore 
della felice memoria del Signor Vostro padre e dell'inclita casa 
Sforzesca. E se alcuna delle sopra dette cose ad alcuno paresse 
impossibile, mi offro prontissimo a farne prova nel parco vostro 
o in qualsiasi luogo che piacerà a Vostra Eccellenza. » 
# * * 
È stato detto che solo un incosciente o un genio poteva scri-
vere una lettera simile. Ludovico il Moro non pensò che fosse 
un incosciente e mandò a chiamare questo giovane straordinario. 
Leonardo non solo dimostrò di saper fare quanto aveva dichia-
rato ma organizzò anche feste e spettacoli grandiosi intratte-
nendo e divertendo gli ospiti come cantante e musicista. 
Tuttavia le sue idee erano così originali che il più delle volte 
non era preso sul serio. Fu spesso umiliato e perfino maltrattato; 
ma egli, pur disprezzando quegli animi meschini, non cercò mai 
di vendicarsi. Fu sempre generoso e disinteressato. Ebbe sempre 
una grande compassione e il massimo rispetto per tutti gli esseri 
viventi. 
Quando passava nel mercato comprava gli uccelli tenuti in 
gabbia dai venditori per ridar loro la libertà. Si fermava se ve-
deva un animaletto nella strada per metterlo al sicuro dal piede 
dei passanti. Per questo suo rispetto della vita, che era per lui 
sacra, diventò vegetariano. 
In quanto ai guadagni egli diceva: « Guarda che la cupidità 
del guadagno non superi in te l'onore dell'arte, perché il gua-
dagno dell'onore è maggiore dell'onore delle ricchezze, » 
# # • 
Quasi nulla sappiamo della vita amorosa di Leonardo. Era 
molto bello fisicamente; aveva gli occhi azzurri, i capelli biondi 
e ondulati, lineamenti fini e aristocratici. « Con le sue mani fini 
da signore egli poteva spezzare un ferro di cavallo e disegnare il 
paesaggio più vaporoso, » Era così affascinante, di gentile aspet-
to, forte, simpatico, che molte devono essere state le donne inna-
morate di lui e che hanno tentato a loro volta di farlo innamorare. 
Ma inutilmente cercheremmo l'amore per ima donna nella 
sua vita, eccetto forse guardando il ritratto di Monna Lisa del 
Giocondo (o Gioconda) dal sorriso tanto enigmatico. 
Leonardo era lento nei suoi lavori, forse perché cercava in 
tutto di raggiungere la perfezione o forse perché passava con-
tinuamente dallo studio di una scienza a un'altra. Ma fu deli-
beratamente lento nel dipingere questo ritratto che dopo tre 
anni di frequenti sedute non era ancora finito ? Monna Lisa era 
sposata e non ci è giunto nessun pettegolezzo riguardo la sua 
onestà. Durante queste lunghe sedute un sentimento d'affetto 
doveva essere nato fra questo straordinario pittore e la sua mo-
della, affetto che forse sarebbe diventato più profondo se Monna 
Lisa non fosse improvvisamente morta durante un viaggio in 
Calabria. Leonardo tenne sempre con sé il ritratto incompiuto 
della Gioconda anche quando accettò l'ospitalità del Re Fran-
cesco I di Francia nel Castello di Amboise, dove se ne distaccò 
solo alla sua morte. 
per avventarsi su di lui 
ebbe un sussulto 
facili e comodi da levare e 
porre 
per cave senza alcun 
strepito 
il più delle volte 
Guarda che 
to rush upon him 
gave a start 
easy and handy to raise and lower 
by means of tunnels con-
structed noiselessly 
most of the time 
Take care that 
* Leonardo nacque a Vinci (vicino a Firenze) nel 145a e morì ad 
Amboise in Francia nel 1519. È conosciuto soprattutto come pittore 
— fra le sue opere principali ricordiamo : La Gioconda, il Cenacolo, 
la Vergine delle Rocce, l Annunciazione^ l'Adorazione dei Magi —, 
ma ci ha lasciato importanti studi su tutte le scienze : pittura, archi-
tettura, anatomia, meccanica, matematica e ottica, botanica, idraulica, 
ingegneria militare e aerodinamica. 
Michelangelo Buonarroti* 
Il padre di Michelangelo non voleva che il figlio perdesse 
tempo con scalpello e pennelli, desiderava per lui una carriera 
più redditizia; ma Michelangelo voleva a tutti i costi diventare 
un artista. Una volta, avendolo sorpreso mentre disegnava, papà 
Buonarroti andò su tutte le furie. Il ragazzo invece di badare ai 
rimproveri, lo guardava con interesse, e quando la sfuriata fu 
passata, esclamò: « Che bel padre in collera sarebbe questo a 
dipingerlo ! » 
La passione di Michelangelo per Parte era così forte che alla 
fine il padre lo mandò come apprendista da Ghirlandaio, dalla 
cui bottega passò presto alla scuola dei Medici. Lorenzo dei 
Medici, detto il Magnifico, protettore delle arti e degli artisti, 
era allora signore di Firenze. Un giorno, mentre Michelangelo 
scolpiva la testa di un vecchio fauno nel giardino dei Medici, il 
Magnifico passò tra i giovani apprendisti e si fermò ad osservare 
la scultura esclamando: « Il tuo fauno è vecchio.